Una buona stagione per l’Italia
A 70 anni dalla pubblicazione del Codice di Camaldoli arriva il volume “Una buona stagione per l’Italia. Idee e proposte per la ricostruzione del Paese e dell’Europa” che, invita ad andare oltre la frammentazione e propone la costituzione di un nuovo movimento civico popolare.
Una riflessione a 70 anni dal Codice di Camaldoli, una proposta fatta all’Italia di questo decennio per ridare basi solide all’agire politico: “Una buona stagione per l’Italia”, frutto della collaborazione di 35 intellettuali cattolici, dalla A di Astori alla Z di Zamagni, non denuncia il degrado, non punta l’indice contro i fallimenti altrui. Propone, analizza, spiega e indica un’articolazione di strade per rafforzare e, laddove necessario, ricostruire il tessuto sociale del Paese. Una riflessione che si dipana affrontando cinque grandi questioni: la questione morale, innanzitutto, la questione politica, la questione economica e sociale, quella ambientale e quella educativa.
Punto di partenza la scarsa capacità delle classi dirigenti di ridare, a fronte di una crisi che è antropologica ancor prima che politica, speranza e progetto per fare dei momenti difficili la base per un rinnovamento morale, economico e sociale. Dare, insomma, linfa nuova ad un organismo, come quello del Paese, che sente come non mai la stanchezza degli anni. Nello spirito della strada indicata anche di recente da Papa Francesco: essere fino in fondo nel mondo senza farsene contagiare, essere cittadini della polis costituendone il lievito.
La persona umana calata nella collettività è il leit-motiv del volume, e questo spiega la straordinaria omogeneità dei singoli punti di vista. Senza soluzione di continuità la politica fiscale, la lotta per la legalità, persino la politica energetica e la questione della vera rappresentatività delle istituzioni da cercare attraverso un’adeguata legge elettorale sono affrontate con grande coerenza di pensiero. Caso raro, se si considera che al volume hanno collaborato studiosi e intellettuali appartenenti ad almeno tre diverse generazioni.
Il sottotitolo recita: “Proposte per la ricostruzione dell’Italia e dell’Europa”. Particolare, quest’ultimo, di assoluta centralità. Non si tratta solo di rilanciare un progetto europeo che in questi anni segna il passo a causa degli egoismi nazionali, ma di ridare al Continente un’anima, nel solco della grande tradizione cattolica che ne è stata il motore nel corso dei decenni più felici.
Ultima e necessaria precisazione: nessun frettoloso tentativo di ricostruire aggregazioni che sarebbero, in questo momento, superficiali iniziative con lo sguardo rivolto al passato. La buona politica la si costruisce sulla base delle idee forti e di una forte cultura. Il futuro è nelle mani della Provvidenza che, manzonianamente, provedde.
“Un lavoro comunitario necessario e propedeuito a qualunque altra iniziativa”, affermano i curatori del volume – Francesco Gagliardi e Nicola Graziani – in libreria per i tipi di Castelvecchi editore. “L’idea di raccogliere una serie di contributi per farne un documento per ulteriori riflessioni e approfondimenti – sottolineano gli autori – indica il fatto che più che un punto di arrivo questo libro costituisce un punto di partenza. O meglio di ideale “ripartenza”, in continuità con il Codice di Camaldoli e le successive iniziative di Carta 93 e del Progetto Camaldoli che costituiscono le tappe di un itinerario di ricerca ed elaborazione comune che si snoda e si realizza nel corso del tempo”.
“I problemi del Paese – si legge nell’introduzione – non si risolvono invocando la rottamazione del ceto politico, ma promuovendo un effettivo rinnovamento della classe politica a tutti i livelli in base a criteri di competenza, rettitudine e coerenza dei comportamenti”. In una fase in cui le tradizionali categorie politico-partitiche fanno acqua da tutte le parti, riteniamo che i “contenuti” debbano fare premio sui “contenitori”. Poichè la proposta coraggiosa di contenuti ideali e pratici può contribuire ad innescare dinamiche e processi nuovi attraverso i quali allargare il fronte della partecipazione politica.
“L’obiettivo di questo volume – sottolineano gli autori – non è solo quello di costruire una sintesi progettuale ispirata ai principi della Dottrina sociale della Chiesa, ma anche quello di promuovere un confronto ampio, non solo nell’area del cattolicesimo politico, sulla base di contenuti e proposte, capace di andare oltre le dinamiche conflittuali che hanno caratterizzato l’ultimo ventennio”.
“Il pluralismo e le diversità, in tutti gli ambiti, sono certamente una ricchezza, ma quando assumono i connotati della frammentazione o peggio del settarismo spingendo le diverse parti a rinchiudersi nel proprio recinto diventano una patologia debilitante”. Perciò, aggiungono, occorre “andare oltre la frammentazione trovando un punto di sintesi sulle proposte; prendere l’iniziativa in ogni ambito, compreso quello politico ed economico, come popolo di persone, per realizzare la necessaria discontinuità rispetto ai modelli consolidati; avviare nuovi processi di partecipazione organizzata in modo da realizzare cambiamenti visibili e concreti in maniera comunitaria”. Perchè “non paga l’atteggiamento timoroso di chi preferisce sotterrare le proprie qualità, delegando ad altri la capacità di iniziativa e di occupazione degli spazi politici e civili” e ognuno di noi “è chiamato ad una partecipazione attiva e responsabile”.
L’impegno primario che scaturisce da questo volume è quello di “creare e offrire luoghi di partecipazione e di sperimentazione politica, attraverso una mobilitazione culturale e sociale”, “promuovere partendo dal territorio una nuova cultura di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica”, “affiancare gli eletti a tutti i livelli chiedendo loro di farsi portatori delle proposte” di “un nuovo movimento civico”.