Riflessioni sulle “Culture digitali”
La cultura cambia costantemente. I modi di pensare, creare, comunicare ed essere si evolvono come risultato di diversi contesti o situazioni. In questa era tecnologica, riferendosi in particolare a internet, siamo esposti a nuovi approcci in tutti gli aspetti della nostra vita. José Luis Orihuela, nel suo libro “Culture digitali”, sviluppa in 92 saggi l’impatto che il web ha avuto sull’educazione, gli affari, il lavoro, l’identità, il giornalismo e la politica.
L’analisi del professor Orihuela non è solo interessante per gli studenti e i futuri professionisti della comunicazione, ma anche per i comunicatori attuali. Pertanto, il 22 febbraio MediaTrends America ha organizzato un incontro virtuale tra i giornalisti latinoamericani e l’autore per discutere i temi trattati nel libro. Presentato da Roberto Montoya, un giornalista peruviano che lavora a Roma, e moderato da Paulina Silva, una comunicatrice messicana, l’incontro è consistito in mezz’ora di conversazione e si è concluso con una serie di domande e risposte.
La prima questione discussa è stata la relazione tra un comunicatore, il ricevente e la cultura stessa: ci si è chiesti se sia l’evoluzione tra gli strumenti e i cambiamenti nel loro uso (tra chi crea il messaggio e chi lo riceve) a provocare una trasformazione della cultura. La conclusione è stata che “lo strumento non è strategia”, un’idea che viene esplorata ulteriormente nel libro e che evidenzia la responsabilità di coloro che sono coinvolti nella comunicazione di creare strategie che assicurino una comunicazione efficace.
Allo stesso tempo, un altro argomento di interesse era la proliferazione dei “dilettanti” come primi cronisti. Oggi è sempre più frequente che le persone che non sono comunicatori o giornalisti di professione siano quelle che hanno la maggiore presenza sui social network o nei media. Il professor Orihuela ha sottolineato che entrambi i gruppi sono soggetti a una “competizione infinita o tempesta perfetta”, dove i professionisti devono specializzarsi e migliorare le loro competenze e allo stesso tempo essere in grado di cercare i punti di forza e i vantaggi di lavorare insieme.
L’alfabetizzazione digitale è stata anche uno dei punti più dibattuti, essendo posta come la necessità più urgente che affronterà le preoccupazioni generate dall’uso del web. L’alfabetizzazione digitale è la soluzione al problema della mancanza di qualità in alcuni dei contenuti accessibili su Internet. Educare all’uso del web è l’unico modo per usarlo in modo critico e produttivo e i comunicatori contribuiscono a questa sfida cercando l’eccellenza nel loro lavoro.
Con partecipanti provenienti da Colombia, Perù, Messico, Spagna e Italia, gli incontri organizzati da MediaTrends America cercano di approfondire la formazione professionale e umana di chi lavora nel campo del giornalismo e della comunicazione, nonché di creare alleanze tra questi esperti di lingua spagnola nel mondo.