Mediatrends Europa lancia allarme per America Centrale
L’America Latina è seriamente minacciata dai cambiamenti climatici e l’area più colpita è l’istmo centroamericano, il “corridoio secco”. Lo ha affermato il direttore della comunicazione della FAO, Enrique Yeves, nel corso di un incontro informale sulla “questione ambientale in America Latina) al quale hanno partecipato anche gli ambasciatori della Colombia, Gloria Isabel Ramírez, e del Costa Rica, Ronald Flores.
Nel corso dell’incontro – organizzato da Mediatrends Europa, un osservatorio alle cui analisi contribuiscono osservatori e giornalisti latinoamericani e europei – Yeves ha affermato che i cambiamenti climatici, con i conflitti interni e la crisi economica, sono uno dei tre fattori cui è dovuta la fame nel mondo: 421 milioni di persone nel mondo, di cui 40 milioni (il 6% della popolazione) nel continente americano.
“E qui”, ha spiegato, “l’area più colpita è l’istmo centroamericano, chiamato ‘corridoio secco’”..
A causa dei cambiamenti climatici, l’America Centrale soffre di un caldo estremo, di siccità prolungate e grandi inondazioni. Due anni fa, ha riferito Yeves, il Salvador ha perso il 90% dei suoi raccolti, in particolare di grano; i contadini migrano sempre più numerosi verso le città, dove i poveri sono già più di due milioni. Il Guatemala ha perso 80mila tonnellate di mais, una perdita di 30 miliardi di dollari.
La Fao ha creato un “fondo verde” per combattere il cambiamento climatico e aiutare economicamente i paesi bisognosi; in questo quadro El Salvador ha ricevuto 230 milioni di dollari.
Anche in Costa Rica è allarme rosso. Le aree a maggior rischio, ha spiegato l’ambasciatore Ronald Flores, sono le montagne, le mangrovie e le barriere coralline così come le foreste costiere dell’ Atlantico e del Pacifico.
Per il Costa Rica l’agricoltura è estremamente importante perché è una delle principali attività del Paese, il riscaldamento comincia ad incidere sulla produttività e sull’ economia, con conseguenze dirette sulla vita di milioni di persone.
Per questo, ha affermato l’ambasciatore, il governo sta preparando azioni preventive per preservare gli ecosistemi.
Anche l’ambasciatore della Colombia, Gloria Isabel Ramírez – la quale ha ricordato che l’America Latina è il “granaio del mondo” – ha illustrato l’impegno del governo del suo Paese in materia di ambiente, in particolare con l’attuazione di una politica dal titolo “Conservare produrre, produrre preservare”.
“E qui”, ha spiegato, “l’area più colpita è l’istmo centroamericano, chiamato ‘corridoio secco’”..
A causa dei cambiamenti climatici, l’America Centrale soffre di un caldo estremo, di siccità prolungate e grandi inondazioni. Due anni fa, ha riferito Yeves, il Salvador ha perso il 90% dei suoi raccolti, in particolare di grano; i contadini migrano sempre più numerosi verso le città, dove i poveri sono già più di due milioni. Il Guatemala ha perso 80mila tonnellate di mais, una perdita di 30 miliardi di dollari.
La Fao ha creato un “fondo verde” per combattere il cambiamento climatico e aiutare economicamente i paesi bisognosi; in questo quadro El Salvador ha ricevuto 230 milioni di dollari.
Anche in Costa Rica è allarme rosso. Le aree a maggior rischio, ha spiegato l’ambasciatore Ronald Flores, sono le montagne, le mangrovie e le barriere coralline così come le foreste costiere dell’ Atlantico e del Pacifico.
Per il Costa Rica l’agricoltura è estremamente importante perché è una delle principali attività del Paese, il riscaldamento comincia ad incidere sulla produttività e sull’ economia, con conseguenze dirette sulla vita di milioni di persone.
Per questo, ha affermato l’ambasciatore, il governo sta preparando azioni preventive per preservare gli ecosistemi.
Anche l’ambasciatore della Colombia, Gloria Isabel Ramírez – la quale ha ricordato che l’America Latina è il “granaio del mondo” – ha illustrato l’impegno del governo del suo Paese in materia di ambiente, in particolare con l’attuazione di una politica dal titolo “Conservare produrre, produrre preservare”.
“Come garantire la produzione senza danneggiare l’ambiente? Con il controllo e l’educazione, con regole da rispettare” ha affermato l’ambasciatore.
Roma, 25 novembre 2018