La crisi educativa e il ruolo della famiglia
Lo scorso 9 aprile si è svolta presso il duomo di Albano Laziale una conferenza organizzata dall’Arss, a cura dell’ing. Massimo Caporuscio, membro del Comitato esecutivo di Arss, intitolata “La crisi educativa e il ruolo della famiglia”.
Di seguito pubblichiamo la scaletta utilizzata dall’ing. Caporuscio, con i temi più importanti da lui trattati.
È uscita ieri l’esortazione apostolica a conclusione del Sinodo sulla Famiglia “AmorisLaetitia” il cui cap.7 verte sull’educazione dei figli.
Difficoltà attuali nell’educazione dei figli:
- Ci sono molte agenzie educative: mass media, scuola, coetanei, famiglia…
- Ci sono più famiglie ferite e questo determina elementi di complessità
- È meno diffusa l’idea dell’insegnamento come vocazione, più diffusa quella dell’insegnamento come mestiere
- Per i ragazzi le amicizie sono più difficili, più virtuali che reali e quindi più superficiali
- Sono aumentati i ritmi di lavoro e lo stress per cui in famiglia i momenti di condivisione sono più difficili
- Problema più nascosto è quello della colonizzazione ideologica che parte dai bambini in quanto più plasmabili.
Le difficoltà elencate causano nei genitori paura, senso di inadeguatezza, autoesilio (Papa), sensi di colpa e quindi atteggiamento iperprotettivo verso i figli, ecc..
La domanda principale da cui partire è: quali valori vogliamo trasmettere ai nostri figli? Trasmettere non vuol dire imporre ma aiutare il figlio a prenderne coscienza. Papa Francesco ci dice che il genitore comunque sia trasmette valori, che lo voglia o meno, che sia consapevole o meno, quindi conviene che rifletta e assuma la propria missione in modo cosciente, entusiasta, amorevole, appropriato. I genitori devono sapere chi si occupa di dare divertimento e intrattenimento ai propri figli; è importante sapere dove si trovano i nostri figli, non con un’ossessione diseducativa ma in senso esistenziale: quali desideri hanno, quali obiettivi, quali valori… (“sapete dove si trova l’anima dei vostri figli?”).
Ci sono correnti pedagogiche libertarie secondo le quali educare è togliere libertà: è vero l’esatto contrario, educare significa rendere liberi.
Alcuni elementi educativi fondamentali:
◦ Senso del limite. A volte si mette il figlio al centro dell’universo: gli si permette tutto in nome della libertà privandolo così del senso del limite e togliendogli in questo modo interesse alla vita stessa. Il limite permette ai figli di avere desideri e obiettivi. Ruolo del genitore e in particolare del padre è assegnare i limiti alla vita del figlio per orientarlo al bene, per aiutarlo ad aspirare a qualcosa di più alto; il limite va collegato al desiderio, il no deve spingere più in alto il desiderio del figlio. I genitori temono che i limiti tolgano loro l’affetto dei figli mentre questi ultimi riconoscono benissimo l’affetto e la stima espressi anche dalla definizione dei limiti.
Per educare bene i figli ci vogliono entrambe le figure della madre e del padre, uguali per dignità ma con ruoli diversi e insostituibili.
◦ Esperienza dell’insuccesso. Nei genitori si riscontra oggi in particolare un’ansia da prestazione riguardo i figli che entra in conflitto con le loro possibili e normali sconfitte. Si vuole prevenire qualunque dispiacere del figlio ma questo non aiuta la sua crescita, è invece importante lasciare che i figli sperimentino l’insuccesso.
◦ Coerenza: non servono tanto maestri quanto testimoni.
Altri due elementi: la punizione è importante per far sperimentare ai figli le conseguenze delle loro azioni, bisogna insegnare a chiedere scusa. La correzione deve essere seria ma non mortificante per il figlio, non deve costituire uno sfogo di rabbia da parte del genitore ma deve stimolare il figlio a fare meglio. E’ molto importante educare alle virtù cioè insegnare le buone abitudini: allenare i figli a fare spontaneamente la scelta giusta, farli crescere nella capacità di compiere atti liberi cioè atti indirizzati al bene.