L’idea che ciascuno di noi si era fatto di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI è andata in frantumi l’11 febbraio 2013. La rinuncia all’esercizio del pontificato, uno dei gesti più dirompenti che si ricordino nella storia della Chiesa, proietta nella modernità quella che qualcuno definisce «l’ultima monarchia assoluta del pianeta»: un atto rivoluzionario, un atto di riforma che viene compiuto da un papa definito «alfiere della tradizione», o addirittura Panzer-kardinal, gettando in confusione sia gli avversari progressisti che gli stessi «ratzingeriani ». Non è opera semplice scrivere una biografia di un papa ancora vivente e per giunta, come in questo caso, del primo papa emerito della storia della Chiesa, ancora attivo nel suo ritiro nell’ex monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. (…)
Ho cercato dunque di rileggere con attenzione la sua vita e le sue opere – ha concluso Brunori – parlando anche con personaggi che lo hanno conosciuto da vicino e hanno collaborato con lui, mettendo in ordine le numerose tessere di un mosaico che si va componendo, provando a tratteggiare il volto di un uomo che per decenni ha suscitato e suscita ancora un vivace dibattito, amatissimo e stimato da tanti fedeli ma che ha avuto anche molti nemici, un brillante intellettuale europeo che ha stimolato la circolazione delle idee e ha indicato la strada per il futuro attingendo alle fonti sulle quali poggia l’identità cattolica, le sacre Scritture innanzi tutto, i Padri della Chiesa, primo fra tutti sant’Agostino. (…)